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HAM but Not HAM - Bruno Angelo Sforzini

Bruno Angelo Sforzini
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HAM but Not HAM

Radio Amateur
Ora siamo patentati.
Ma non mi definisco radioamatore, anche se ne ho la qualifica, sono più realisticamente un "RadioCompratore".
Purtroppo anche la radio passione è sorpassata dai tempi e dalla furia tecnologica: i bambocci di oggi con uno smartphone sempre appicciato alla faccia, o con quei cazzi di auricolari che non si tolgono neppure per fare la doccia non si sorprendono di nulla ormai, tranne quando non c'è campo o la batteria è finita.
7351 (alla CB)
QRT
IU4JII
"India Uniform Quattro Juliet India India - cinque nove"
Questo è l'unico riscontro tangibile che ti puoi aspettare ad un tentativo di comunicazione radioamataoriale.

Prima di prendere la patente non avevo mai fatto ascolto sulle bande amatoriali, la mia precezione si basava sulla folgorazione dalla quale ero stato colpito allorchè tredicenne, CB (allora ai limiti della legalità) ero capitato con un amico a casa di un radioamatore che abitava lungo il porto di Cesenatico.
Su sollecitazione del mio amico adulto, questo signore ci aveva mostrato il funzionamento della sua stazione di cui io capivo ben poco, tranne che avesse le valvole invece dei transistor come il mio baracchino.

Dopo un po' di rotazioni sulla manopolona del VFO, si sentono delle voci, il tipo scorre un altro segmento di banda ed inaspettatamente si sente parlare in italiano.
Attende la pausa fra un cambio e l'altro e brekka quasi come facevamo noi CB, il segnale chiarissimo risponde: si tratta di un equipaggio di una nave (o peschereccio, non ricordo più ormai) italiana in navigazione dalle parti del Giappone.
In un momento di riposo, là era notte, avevano contattato casa per scambiare due chiacchiere con i familiari
(ora che sono patentato so che è un'attività PROIBITA).
Il nostro padrone di casa, si presenta, saluta, chiede informazioni sulla vita di bordo ed il meteo.
I marinai sono felici di sentire una lingua ed una voce amica, scambiano alcune notizie e chiacchiere, poi tutti si salutano.

non ...sigla+cinque-nove.

Il QSO è stato condotto in HF, passando per una antenna omnidirezionale Starduster (un sogno per me allora) nata per gli 11 m ed immagino adattata alla meno peggio per la casetta in questione, nel centro del paese era il massimo che si poteva installare per ragioni di spazio.
Il decoro negli anni 70 non era ancora un vincolo per noi.

Ho ripensato mille e più volte a quanto straordinaria fosse stata quella situazione e quanto fosse affascinante il potere della radio, pur sapendo che non avrei mai potuto accedere a quei mezzi, troppo lontani, troppo costosi e troppo difficili da studiare per un ragazzino.

La mia perplessità scaturisce dall'ascolto della attività radioamatoriale attuale: contest, contest, contest, cinque-nove cinque-nove cinque-nove.
Questa non è la radio che mi aspettavo.

Sempre a propisto di ciò:
1. Da dilettante mi chiedo: possibile che il rapporto di ricezione del segnale sia sempre inevitabilbente "cinque-nove"?
2. Studiando le norme che regolerebbero l'attività radiantistica si evince che tu dovresti fare sperimentazione, o sviluppo tecnico ecc...
non dovresti fare chiacchiere futili, fare collegamenti per scambiare saluti od altri cazzi, insomma non puoi giocare. Ma il contest non è un puro gioco?
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